mercoledì 29 settembre 2010

ll coraggio di Melody



Melody Gargot, tre album pubblicati dal 2005 ad oggi, una nomination al Grammy 2010 per il suo My One And Only Thrill (di cui tutti i brani portano la sua firma), ha raggiunto recentemente il milione di copie vendute nel mondo. Un aumento sempre più crescente di consensi in America e Inghilterra che dimostra l'apprezzamento per la sua musica dal mood caldo e raffinato, nella quale jazz e blues si fondono. Una voce, la sua,  intensa che sa andare dritta al cuore.
Nata a Filadelfia nel 1985, lei stessa si definisce cittadina del mondo. La sua musica trae ispirazione da artisti jazz e blues come  Judy Garland, Janis Joplin, Miles Davis, Duke Ellington, Stan Getz e George Gershwin e dalle sonorità latino americane di Caetano Veloso.

Da adolescente prende lezioni di pianoforte ma la musica diventa la sua vita quando, a 19 anni, rimane vittima di un terribile incidente che la costringe all'immobilità  per un anno con la perdita della memoria. e dell'uso della parola. E' allora che la cantante scopre gli effetti terapeutici della musica,  cominciando a comporre canzoni, nella speranza di uscire prima da una convalescenza lunga e dolorosa.
Melody ha riportato da questa esperienza conseguenze con cui deve convivere, problemi con la luce e il suono, difficoltà di memoria:. Oggi quando cammina e' accompagnata sempre da un bastone e da un paio di occhiali scuri per proteggere la vista dall'esposizione alla luce: tratti,questi, che sono diventati distintivi della sua immagine pubblica.

Nel 2005 esce un disco,  non a caso intitolato  Some Lessons: The Bedroom Sessions, che cattura l'attenzione di molte radio locali di Philadelphia.  L’anno successivo realizza e pubblica a proprie spese  Worrisome Heart  che ha dato alla Gardot fama a livello mondiale.

La Gargot e' ora è una sostenitrice della musicaterapia per alleviare le sofferenze. La musica è stata il suo motore, le ha dato la forza di non arrendersi. Gli stessi medici che l'hanno curata hanno confermato che questa  è stata fondamentale per il suo recupero. Melody afferma: “E’ il mio amore, la mia priorità. Gli uomini sono soltanto amanti”.








mercoledì 22 settembre 2010

Tra Oriente ed Occidente: Aziza Mustafa Zadeh



Famosissima in molti Paesi, un po' meno in Italia, Aziza Mustafa Zadeh, pianista, cantante e compositrice, ha raggiunto il successo per la sua musica estremamente originale, caratterizzata da una commistione  di generi differenti. 

La sua musica viene descritta come “mugham”, una forma tradizionale di improvvisazione musicale del suo paese di origine, l’Azerbaijan   e viaggia,  nel regno della contaminazione di stili tra il jazz di Chick Corea e la musica tradizionale della sua terra,  maneggiando questi stili con un feeling per il ritmo impressionante.

A parte qualche collaborazione con  rinomati musicisti internazionali, come Al di Meola, Toots Thielemans, Stanley Clarke, Bill Evans (sax), John Patitucci, Aziza si esibisce preferibilmente da sola al piano accompagnandosi di tanto in tanto con la sua potente voce, che riesce a sovrapporre con precisione a quanto sta eseguendo nel medesimo istante al piano. 


Aziza è figlia d’arte: il padre Vagif Mustafa Zadeh è stato il più noto compositore e pianista jazz dell’Ex Unione Sovietica ed è stato per lei il fondamento nelle sue scelte musicali.

Per la  presenza fisica, doti vocali (ha una voce tra le più "incredibili" per estensione, intonazione e tecnica)  e pianistiche non è da meno rispetto alle sue colleghe molto più famose come Diana Krall e Norah Jones; il suo repertorio è  inoltre meno convenzionale e più  interessante per le  contaminazioni di esotismo asiatico ed anche quando affronta standards classici la sua interpretazione riesce ad uscire dai soliti schemi  suscitando grande interesse.

martedì 21 settembre 2010

So Nice!



Questa voce inconfondibile, calda e sporca al punto giusto è di Diana Krall, una delle cantanti jazz più famose e apprezzate al mondo. Pianista, vocalista jazz premiata con il Grammy, compositrice. Si puo' dire che tutto quello che tocca diventa musica. 
"Quiet Nights", è il nuovo album intimo e sensuale da cui è tratta questa " So nice". Si tratta del  12esimo cd di Diana e include 10 nuove canzoni tra ballads, standard jazz (come "Walk On By" di Burt Bacharach) e classici della bossa nova di Antonio Carlos Jobim.
Nata da una famiglia di musicisti, Diana comincia prestissimo a suonare il piano per poi studiare al prestigioso Berklee College of Music a Boston.
"Tutte le mie cantanti preferite hanno suonato il piano: Dinah Washington, , Shirley Horn, Aretha Franklin, Sarah Vaughan e specialmente Carmen McRae. Quest'ultima è stata molto importante per me e ha avuto una grande influenza sul mio stile."

 La svolta nella carriera di Diana arriva dopo il matrimonio con Elvis Costello, nel 2003. Grazie all'influenza dell'artista inglese comincia a comporre brani inediti, pubblicati in “The girl in the other room”, raggiungendo le vette delle classifiche jazzistiche mondiali, grazie anche al singolo “Temptation”, intrigante rilettura in chiave jazzistica di un pezzo di Tom Waits.



giovedì 9 settembre 2010

Rachelle Ferrell

Rachelle Farrell, classe 1961, è una delle più grandi artiste contemporanee del pop e del jazz. Artista a tutto tondo, cantante, autrice e pianista, si è imposta all'attenzione del pubblico fin dal suo esordio con il primo album  nel 1990, diventando immediatamente un “caso”.

 
La cosa che rende unica questa  cantante è un'identità vocale molto personale  La sua, più che una voce  è uno strumento musicale, con una estensione stratosferica (si dice di oltre sei ottave!!), che usa sfrontatamente  raggiungendo ripetuti sovracuti durante brani ed improvvisazioni  “scat”, esibendo una sorprendente duttilità  e padronanza tecnica.

Rachell  padroneggia al meglio diversi generi musicali, dall'urban al  pop, dal gospel alla musica classica e al jazz.
Comincia a cantare a 6 anni e, dopo studi classici di violino e di pianoforte, comincia a testare le sue capacità di autrice. Frequenta il prestigioso Berklee College of Music di Boston studiando arrangiamento e composizione (dove ha per compagni di corso Branford Marsalis e Kevin Eubanks) e, per un breve periodo, insegna musica con Dizzy Gillespie alla New Jersey State Council of the Arts.

Attraverso gli anni ’80 ed i primi ’90 ha collaborato con i maggiori nomi del jazz, tra cui, Dizzy Gillespie, Quincy Jones, George Benson e George Duke.


Nei primi anni '90 debutta con l'album che porta il suo nome: Rachelle Ferrell- Somethin' else accanto a musicisti come Wayne Shorter, Michel Petrucciani, Stanley Clarke, Pete Levin.  Eddie Green. Rachelle mette in luce le sue straordinarie capacità di improvvisazione vocale reinterpretando standard del jazz  come "You don't know what love is",  "Autumn Leaves" o “My funny Valentine”

La pubblicazione dell'album Individuality (Can I be me?) esce dopo un periodo di otto anni in cui la Farrell è restata lontana dalla scena discografica.
Periodo in cui la cantante ha spiegato di aver dovuto combattere per la sua libertà creativa, in un mondo discografico dove questa è spesso sacrificata al volere della produzione che punta al business. 
L'album segna dunque un momento di trasformazione; nasce da una lucida riflessione sulle esperienze passate e le aspettative future come donna e artista e contiene canzoni che la cantante ammette di avere scritto per la sua "guarigione personale". 
Chi, fra il pubblico della  Ferrelle si chiede dove sia stata e cosa abbia fatto, troverà la risposta in questo album.

" I Can Explain", qui contenuto, è una commovente testimonianza degli amori trovati e perduti di Rachelle.

martedì 7 settembre 2010

"Sassy" Sarah


Sarah Vaughan è considerata unanimamente dalla critica e dal pubblico  il più grande fenomeno vocale della storia del jazz. A distanza di  venti anni dalla sua morte si può affermare senza alcun dubbio che nell’ambito della musica jazz la "Divina"  Sarah è stata , insieme a Billie Holiday ed Ella Fitzgerald, l’interprete più  importante di questo genere musicale. 


La Vaughan si fece apprezzare per due fondamentali caratteristiche: un’impressionante estensione vocale che le consentiva di passare da tonalità più basse a quelle più alte senza alcuno sforzo apparente e, soprattutto, una profonda conoscenza musicale.


Questo predominio della tecnica la pone lontano dalla incredibile profondità con cui per esempio Billie Holiday affrontava le melodie. Se Billie in ogni nota ci mette  l'anima scavando ogni segreto  recesso interiore,  la Vaughan utilizza  la voce come uno strumento con straordinario tecnicismo. ll punto debole è stato casomai una ricerca di perfezione esecutiva che predomina sull'interpretazione.  La Vaughan si rivela da subito per la sua forte personalità, il carattere  capriccioso e instabile (da cui il soprannome "Sassy").

Ogni concerto, ogni serata dal vivo, ogni sessione in sala di registrazione  rappresenta per lei un inferno. Per contrastare l'insicurezza e la paura fa uso di alcool e droghe, ma con estrema attenzione: caso più unico che raro di grande autocontrollo rispetto a una dipendanza che, viceversa, è stata fatale  a centinaia di musicisti.

Sebbene fin da piccola canti e suoni (in una Chiesa Battista, of course), il suo avvento al canto professionale avviene per caso. Nel 1942 a 18 anni si esibisce all'Apollo Theatre di Harlem in “Body and Soul”, in una ballad estremamente difficile. Viene subito notata da Billy Eckstine che la ingaggia nella band di Earl Fatha Hines, dove suonano  Dizzy Gillespie e Charlie Parker; successivamente viene assunta dallo stesso Eckstine. Nel 1945 lascia la band e comincia una fortunata carriera da solista.

Negli anni quaranta fu l'unica voce di rilievo del  bebop, il nuovo stile ideato  da Dizzy Gillespie e Charlie Parker, grazie alla sua solida preparazione musicale, fondata sullo studio delle armonie.


Negli anni Cinquanta diventa una star internazionale, e proprio per questo comincia a visitare anche un repertorio più popolare, meno purista, conquistando il favore del pubblico tradizionalmente estraneo al jazz.

Il suo repertorio si arricchisce di musiche e ritmi di sudamericani, soprattutto bossanova, canzoni dei Beatles,  di Henry Mancini e Burt Bacharach, pezzi da musical ("My Favorite Thing", anche colonna sonora del noto  Fahrenheit  di Radio RAI 3).

Un' abitudine che l' ha spinta a cantare praticamente di tutto, fino agli ultimi tempi.