martedì 7 settembre 2010

"Sassy" Sarah


Sarah Vaughan è considerata unanimamente dalla critica e dal pubblico  il più grande fenomeno vocale della storia del jazz. A distanza di  venti anni dalla sua morte si può affermare senza alcun dubbio che nell’ambito della musica jazz la "Divina"  Sarah è stata , insieme a Billie Holiday ed Ella Fitzgerald, l’interprete più  importante di questo genere musicale. 


La Vaughan si fece apprezzare per due fondamentali caratteristiche: un’impressionante estensione vocale che le consentiva di passare da tonalità più basse a quelle più alte senza alcuno sforzo apparente e, soprattutto, una profonda conoscenza musicale.


Questo predominio della tecnica la pone lontano dalla incredibile profondità con cui per esempio Billie Holiday affrontava le melodie. Se Billie in ogni nota ci mette  l'anima scavando ogni segreto  recesso interiore,  la Vaughan utilizza  la voce come uno strumento con straordinario tecnicismo. ll punto debole è stato casomai una ricerca di perfezione esecutiva che predomina sull'interpretazione.  La Vaughan si rivela da subito per la sua forte personalità, il carattere  capriccioso e instabile (da cui il soprannome "Sassy").

Ogni concerto, ogni serata dal vivo, ogni sessione in sala di registrazione  rappresenta per lei un inferno. Per contrastare l'insicurezza e la paura fa uso di alcool e droghe, ma con estrema attenzione: caso più unico che raro di grande autocontrollo rispetto a una dipendanza che, viceversa, è stata fatale  a centinaia di musicisti.

Sebbene fin da piccola canti e suoni (in una Chiesa Battista, of course), il suo avvento al canto professionale avviene per caso. Nel 1942 a 18 anni si esibisce all'Apollo Theatre di Harlem in “Body and Soul”, in una ballad estremamente difficile. Viene subito notata da Billy Eckstine che la ingaggia nella band di Earl Fatha Hines, dove suonano  Dizzy Gillespie e Charlie Parker; successivamente viene assunta dallo stesso Eckstine. Nel 1945 lascia la band e comincia una fortunata carriera da solista.

Negli anni quaranta fu l'unica voce di rilievo del  bebop, il nuovo stile ideato  da Dizzy Gillespie e Charlie Parker, grazie alla sua solida preparazione musicale, fondata sullo studio delle armonie.


Negli anni Cinquanta diventa una star internazionale, e proprio per questo comincia a visitare anche un repertorio più popolare, meno purista, conquistando il favore del pubblico tradizionalmente estraneo al jazz.

Il suo repertorio si arricchisce di musiche e ritmi di sudamericani, soprattutto bossanova, canzoni dei Beatles,  di Henry Mancini e Burt Bacharach, pezzi da musical ("My Favorite Thing", anche colonna sonora del noto  Fahrenheit  di Radio RAI 3).

Un' abitudine che l' ha spinta a cantare praticamente di tutto, fino agli ultimi tempi.

3 commenti:

  1. Ha una voce che ti rimane dentro.. almeno a me fa sempre questo effetto...
    bene, descrizione scorrevole e piacevole. Complimenti....!

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  2. Grandissima "Sassy", grazie per averla (splendidamente) rievocata! Mi pare di poter affermare che il tuo blog cresce di giorno in giorno. Complimenti, Giampaolo.

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  3. Grazie dell'incoraggiamento Jean Paul!

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